L’evento del circolo degli Impavidi che – ripercorrendo la cultura di Tolkien e del “Signore degli Anelli” – risale alla matrice storica della destra italiana.
L’incontro di approfondimento sul pensiero tolkeniano, che ha sviscerato la matrice culturale della destra italiana, si è svolto venerdì 15 marzo presso il circolo degli Impavidi. Ha introdotto il dibattito la presidente del Circolo Fdi impavidi, Matilde Percolla. Modera Gianluca Mongelli, coordinatore Fdi Taranto; intervengono il dott. Domenico Dimichino, presidente soc. Tolkeniana italiana, dott. Manlio Triggiani, giornalista e scrittore, l’avv. Fiore Petrelli e il militante Luigi De Rosa. Al tavolo degli ospiti anche l’onorevole Dario Iaia.
“Si è sempre parlato di questo grande legame tra Tolkien e la destra italiana. Ne parla anche Giorgia Meloni nel suo libro ‘Io sono Giorgia’. Giorgia Meloni si rifà sempre a Tolkien. Nell’appuntamento di Atreju, dove io ero presente, ha utilizzato la metafora del signore degli anelli. Questa metafora ti insegna a non fare politica per la brama del potere. Può sempre essere presente qualcosa che ti circuisce e ti fa perdere il senso della realtà, ma c’è una cosa più importante tra tutte, ed è la compagnia di chi hai intorno.” – ha spiegato Matilde Percolla.
Come spiegato da Gianluca Mongelli, quando Giorgia Meloni ha fatto allusione al “Signore degli Anelli” ha sottolineato l’effetto dell’anello. Questo darebbe brama di potere a chi lo indossa, al punto da perdere il senso della realtà. Si è cominciato a parlare di mitologia tolkeniana alla fine degli anni settanta, proprio all’interno delle formazioni giovanili. L’anello è infatti la consapevolezza che il male è sempre presente.
L’identità culturale che ha descritto è diametralmente opposta a quella di sinistra, che – culturalmente parlando – non avrebbe quei punti di riferimento letterari cardine che la destra racchiude.
“In quel tempo la cultura di sinistra cosa valorizzava? La lotta di classe e l’aumento dei salari. Mostrava un carattere progressista e materialista, a differenza della destra che ha invece una cultura metafisica. Il mito Tolkieniano si avvicina alla centralità dei valori europei, mostra un’anima, un sentimento” – ha aggiunto Mongelli.
Gli anni in cui il mito tolkieniano ha preso forma sono stati caratterizzati da tempi bui, che hanno condotto alla persecuzione di alcuni esponenti dell’ala di destra. L’avv. Fiore Petrelli, che ha cominciato con la militanza politica proprio nei primi anni settanta, racconta – anche ricordando vittime come Sergio Ramelli – di un clima volto a censurare e intimidire l’avversario. Clima che ha condotto allo scioglimento del movimento, permettendo che Petrelli e gli altri esponenti confluissero nel Movimento Sociale.
“Negli anni dell’inizio della mia militanza c’erano delle comunità ristrette. Dobbiamo oggi, anche riflettendo al pensiero di Ezra Pound, ritrovare quella cultura e quei valori che talvolta sembrano essere persi. Erano anni difficili. Ricordiamo Sergio Ramelli, la persecuzione verso i manifestanti. E considerando che il motto più diffuso contro la destra – etichettata come fascista – era ‘fascisti, carogne, tornate nelle fogne’, ci auto disegnavamo come dei ‘topacci di fogna’.” – ha ricordato.
“In Sardegna abbiamo perso per 1600 voti, sia a Cagliari che a Sassari. Come abbiamo fatto ad arrivare pari alla corsa alle elezioni in Abruzzo? Per un semplice motivo. Possiamo perdere nelle roccaforti della sinistra, ma tra le campagne, gli artigiani, i lavoratori, il messaggio della destra sociale sta passando e continuerà a passare – prosegue Mongelli.
L’evento culturale ha sviscerato la cultura identitaria della destra italiana, partendo dalle radici e arrivando ad oggi. Ricordando – proprio con una fotografia mostrata dal presidente della società tolkeniana Dimichino – il profondo affetto della premier Giorgia Meloni per la cultura di Tolkien, elevata a simbolo della militanza di destra.
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