Riportare il moderatismo – e la competenza del cattolicesimo liberal-democratico – al servizio del buon governo della cosa pubblica.
Dopo Tangentopoli, sarebbe necessario che il nostro Paese s’interrogasse a lungo dove, e
come, poter selezionare una nuova classe dirigente? E ponesse fine all’ubriacatura populista che, al
pari di un virus letale, rischia di ledere il corretto funzionamento della nostra democrazia decidente.
Complice anche una legge elettorale ibrida, differente per ogni tipo di elezione, per metà
proporzionale e per l’altra metà maggioritaria, diviene sempre più proibitivo dare stabilità agli
esecutivi di qualsiasi livello e schema istituzionale. A questo si aggiunge, lo si vede con l’utilizzo
parossistico della decretazione d’urgenza, lo svuotamento delle competenze e delle prerogative
delle aule legislative. E l’indebolimento della forma di governo così come era stata pensata, e
licenziata,dai padri costituenti. Per tutte queste ragioni, per le sfide che ci attendono, tornare alle
famiglie politiche storiche, alle tradizioni culturali che resero grande l’Italia nel dopoguerra, è
quanto mai necessario. Anche nel nostro piccolo, in Puglia, a Taranto, si avverte la mancanza di una
prassi di governo in grado d’iscriversi in questo solco di ascolto e conoscenza approfondita delle
materie trattate. Gli estremismi di qualsiasi tipo e connotazione ideologica servono per distruggere
l’ordine esistente, certamente non per costruire un nuovo modello di convivenza civica. E, come
sappiamo, l’analisi senza la sintesi rischia di divenire esercizio retorico fine a se stesso. Basta con la
politica degli improvvisati e degli scappati di casa. Basta con l’esaltazione di un io a digiuno di
relazioni sociali. Chi si candida a rappresentare le nostre comunità deve potere avere idee e
conoscenze al pari dei professionisti degli altri campi del sapere. L’Italia ha bisogno d’iniezioni di
moderatismo, soprattutto in un’epoca contrassegnata dagli sproloqui e fraintendimenti veicolati sui
social. Solo cosi potremo tentare di risalire la china e riprenderci il posto che ci compete negli
scenari domestici e, nondimeno, in quelli internazionali. Costruiamo assieme un centro includente,
per dirla con le parole di Bobbio, e non incluso. Un centro che si candidi a divenire forza di
governo. A cominciare dai prossimi appuntamenti elettorali che ci vedranno protagonisti.
Pierfilippo Marcoleoni
Coordinatore cittadino di Taranto e consigliere nazionale di”Noi Moderati”