Iniziativa del Comitato Provinciale di Libera Taranto
L’associazione Libera/Taranto, con la sua anima collettiva, si è sempre impegnata a difesa dei diritti degli ultimi e, in modo particolare, di coloro che non hanno voce. Ha sostenuto con convinzione la battaglia del comitato “Io amo gli asili nido comunali” contro la privatizzazione di alcuni di essi, per tutelarne l’integrità del progetto educativo sin qui espresso, tanto apprezzato da molte generazioni.

Ma anche ritenendo, che in questo particolare momento storico, e per le condizioni precarie in cui il servizio si trova a causa della mancanza di personale, i nostri nidi comunali avrebbero invece bisogno di essere potenziati, in coerenza con quanto previsto dalla nuova normativa di riferimento, e possibilmente estesi in quelle zone del territorio cittadino (con particolare riferimento alle più fragili e complesse) che ne sono prive.

Il nido è infatti un servizio educativo per la prima infanzia, nel quale le bambine e i bambini trovano l’opportunità di sviluppare pienamente le proprie capacità, contrastando le disuguaglianze e le povertà educative che possono caratterizzare i tessuti sociali di provenienza, e che, purtroppo, si stanno moltiplicando nel nostro paese, per effetto della pandemia, con le sue conseguenze psicologiche, economiche e sociali.
Partendo da analoghe considerazioni si è costituita a livello nazionale una rete di associazioni, sindacati e studiosi, che intende richiamare l’attenzione sul valore educativo dei servizi per l’infanzia. I quali, come le altre scuole, se non di più per le specificità dell’età dei bambini a cui si rivolgono (in particolare per il segmento 0-3), stanno vivendo un periodo molto critico. Spesso di arretramento dell’offerta.

La nuova formazione collettiva a cui facciamo riferimento si chiama “Alleanza per l’infanzia”. ha elaborato un documento nel quale si presenta una dettagliata proposta di “ampliamento, rafforzamento e integrazione della copertura dell’offerta dei servizi educativi per i bambini da zero ai sei anni, e degli interventi a sostegno della genitorialità.”
Nel documento vengono esplicitati i motivi del vantaggio rappresentato per una società dagli investimenti nei servizi educativi all’infanzia, a partire dai nidi. Motivi di carattere educativo, sociale ed economico che si possono riassumere nella stretta correlazione, rilevata ormai da molte ricerche di carattere internazionale, fra la dotazione di servizi educativi per l’infanzia, il successo scolastico dei ragazzi (a partire dalla contrazione del fenomeno dell’evasione), e il benessere della comunità.
Sarebbe opportuno che chi si occupa a livello istituzionale di tali servizi leggesse questo ampio ed articolato documento per comprendere fino in fondo il valore dei nidi, le loro criticità attuali e la necessità di preservarne il carattere di una governance prevalentemente pubblica, ai fini del mantenimento della qualità del sistema.

Purtroppo i nidi che nel passato hanno rappresentato il fiore all’occhiello dell’amministrazione tarantina, non solo per il loro numero, ma soprattutto per la qualità del servizio, pian piano negli anni sono stati penalizzati.
Infatti alcuni sono stati chiusi, altri dati in gestione a privati. Cosa che si sta perfezionando, purtroppo, proprio in questi giorni, nonostante il dissenso (fra cui il nostro di libera/Taranto) che molte voci in città avevano espresso.

È molto doloroso constatare che mentre da un lato si parla di un affido in concessione temporaneo (precisamente di 11 mesi), dall’altro non sono state ancora poste le basi per il ritorno alla gestione diretta dei tre nidi esternalizzati.
Nel piano del fabbisogno triennale 20/22 non risultano infatti da assumere tutte le figure professionali che mancano (coordinatrici, educatrici e cuoche) per continuare a far funzionare i nidi.
Non risulta, inoltre, essere in cantiere la formazione di un coordinamento pedagogico, necessario a garantire ai gruppi di lavoro il sostegno di cui hanno bisogno per l’aggiornamento e la formazione permanenti in servizio. Utile, anche, per promuovere la condivisione degli stessi indicatori di qualità del comunale (rapporti numerici, requisiti strutturali, lavoro di gruppo, accessibilità, inclusione, progetto educativo, continuità con la famiglia) nei servizi, con diversi gestori, che si rivolgono alla stessa fascia d’età.
Il coordinamento pedagogico a cui ci riferiamo darebbe inoltre la possibilità al nostro comune di entrare nel coordinamento pedagogico territoriale che (speriamo) la nostra regione puglia voglia al più presto costituire, attualizzando quanto previsto dal d. lgs. 65/17 a proposito di sistema integrato 0-6, e poli per l’infanzia.
Sarebbe pertanto auspicabile realizzare anche a Taranto una “Alleanza per l’Infanzia” con l’obiettivo di mettere in atto iniziative volte a garantire la caratteristica pubblica dei servizi per l’infanzia e a sostenere la loro capacità strategica sia dal punto di vista educativo che sociale ed economico.
Questo è solo un primo passo che sta facendo Libera/Taranto, sperando che altre voci vogliano aggiungersi per costruire insieme un possibile percorso di impegno comune. ce ne sarebbe davvero bisogno.
Taranto pone la sua candidatura a capitale della cultura, ma la cultura non è solo rappresentata da bellezze artistiche, naturali e da un’antica e straordinaria storia.
Il riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini a ricevere buone e pari opportunità educative, proprio nel momento più delicato e decisivo della crescita (in un periodo storicamente critico) attraverso il potenziamento e l’estensione degli asili nido, di cui il comune potrebbe tornare a disporre interamente, sarebbe davvero la testimonianza di una “nostalgia di futuro” che darebbe un valore aggiunto a quella cultura.
p. il coordinamento Libera/Taranto
Annamaria Bonifazi
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