Nel 2017 annullato il 5% dei voti!
Il 12 giugno si vota per il rinnovo dei consigli comunali, e relativi sindaci, in 878 comuni italiani. Nella stessa data si voterà per i 5 quesiti referendari che riguardano il sistema giudiziario.
Il voto è un diritto, e anche un dovere civico, che negli ultimi tempi vede purtroppo molti elettori assentarsi dalle urne. Ormai difficile superare il 50% di votanti rispetto agli aventi diritto. A Taranto sono 163.778 di cui uomini 77.482 e donne 86.296.
Chi vota evidentemente lo fa oggi con convinzione; importante quindi che lo faccia rispettando alcune semplici, ma spesso non note, regole, per evitare che il voto sia annullato.
Nel 2017 a Taranto su 98.720 votanti ben 5.001 schede, pari al 5%, sono state invalidate!
Molto spesso perché ignorate alcune regole.
Una domanda che ci sentiamo porre spesso è quella relativa, ad esempio, al cosiddetto “voto disgiunto”. Che vuol dire?
In termini pratici il voto amministrativo richiede due scelte distinte. Votiamo per il Sindaco e per il consiglio comunale. Ogni candidato sindaco è collegato ad alcune liste per cui se si vota il solo candidato al consiglio senza altre indicazioni sulla scheda il voto andrà al candidato sindaco collegato a quel partito/lista.
IL VOTO DISGIUNTO
Ma può accadere che un elettore intenda votare un consigliere comunale di una determinata lista ma un candidato sindaco di un’altra coalizione. Può farlo (nei comuni con popolazione superiore a 15.000): scriverà il nome del consigliere comunale nello spazio previsto accanto al simbolo del suo partito e poi traccerà una croce sul candidato sindaco che intende far eleggere.
Altro rischio di errore è correlato al rispetto della parità di genere.
È possibile votare non più di due candidati/e al consiglio comunale appartenenti, ATTENZIONE, alla stessa lista! Ma devono essere di genere diverso. Quindi un uomo e una donna. Non è possibile votare due uomini o due donne!
In genere è sufficiente scrivere il solo Cognome del candidato; può accadere però che nella stessa lista vi siano omonimie. In tal caso è richiesto anche il nome. Diversamente il voto è nullo. Ad esempio se in una lista compaiono Mario Rossi e Piero Rossi, scrivendo solo il cognome, non potendosi identificare con chiarezza e in modo univoco l’intenzione di voto, lo stesso è destinato ad essere annullato.
Qualche attenzione anche alla tessera elettorale che deve avere spazi liberi per l’apposizione del timbro. Nel caso non vi siano più spazi liberi occorre richiedere il duplicato, ovvero una nuova tessera, recandosi all’ufficio elettorale del comune.
articolo pubblicato su Pugliapress https://bit.ly/3MBmpz9