Poco interesse per le prossime amministrative; più attenzione per quelle successive che riguardano Taranto città
Presentate le liste: a destra Fratelli d’Italia si presenta con il proprio simbolo; in molti invece si rifugiano nel civismo di facciata. A sinistra il PD ed una galassia di altre liste
“Eppur si muove” (cit. Galileo Galilei), parafrasando liberamente: Eppur si vota! Ma forse, presi ancora dall’area vacanziera, o dalle preoccupazioni del ritorno al lavoro, incertezze dell’emergenza sanitaria comprese, non sembra che questa circostanza richiami particolare attenzione. Vuoi anche per un certo preoccupante disinnamoramento per quella che resta la massima espressione di esercizio di democrazia, quale è il voto.

A livello nazionale l’interesse è focalizzato su Roma, dove la grillina Raggi si ripropone e la sinistra si divide, quanto su Siena, dove il segretario nazionale del PD, Letta, ormai preso completamente dalla sua quasi patologica Salvinifobia, si candida alle suppletive senza il simbolo del suo partito; “allarga” così “il campo del centro sinistra” sacrificando la visibilità del partito che dirige. Ma si vota anche, il 3 e 4 ottobre, in 1.195 comuni appartenenti a regioni a statuto ordinario e Friuli Venezia Giulia. Il turno di ballottaggio è fissato invece per il 17 e 18 ottobre. In provincia di Taranto sono 9 i comuni in cui si rinnova l’amministrazione:
Avetrana (7.024)
Fragagnano (5.353)
Ginosa (22.582)
Grottaglie (32.503)
Massafra (32.381)
Monteparano (2.395)
San Giorgio Ionico (15.676)
Statte (14.194) Francesco Andrioli
Torricella (4.233)
SCADUTO IL TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE
Quattro i comuni con più di 15 mila abitanti. Oggi 4 settembre è scaduto il termine per la presentazione delle liste. “Ovviamente” nulla compare sui vari siti istituzionali in relazione alle liste presentate. Abbiamo solo qualche indicazione presa qua e là da esponenti di alcune forze politiche.
A DESTRA I PARTITI (GRAN PARTE) SI RIFUGIANO NEL CIVISMO
A parte una certa già segnalata assenza di interesse che si registrata tra la gente, si confermerebbe la tendenza, tipica delle elezioni amministrative, a “nascondere” i simboli travestendoli da movimenti civici. Ha fatto scuola in tal senso il centro destra a Taranto sostenendo il proprio candidato nelle elezioni del 2017 unicamente con liste civiche, o presunte tali. Sembra, dalle prime informazioni ricevute che anche in questa occasione si rinnovi in gran parte tale tendenza. Soprattutto nel centro destra.
Con l’eccezione di Fratelli d’Italia che, anche in questa circostanza si smarca e si presenta con il proprio simbolo. Da ciò che abbiamo potuto verificare di certo presenta propri candidati nei quattro comuni con più di 15 mila abitanti, ed è presente in ogni caso nei restanti. Una precisa affermazione della propria identità che sottolinea, anche a livello locale, la distanza che divide di fatto il partito di Giorgia Meloni, da Forza Italia e Lega, e da quella ipotesi di partito unico, o federazione, che è nei progetti e nelle aspettative di Berlusconi. La Lega, in particolare, dopo le elezioni regionali, sembra essersi preso un periodo di riflessione, forse anche, si dice, per qualche fibrillazione di troppo, che riguarderebbe la conduzione del partito a livello provinciale. Forza Italia, che pure vanta la presenza di un parlamentare, di fatto resta ferma ai blocchi di partenza. In questo panorama emerge con più forza l’attivismo del consigliere regionale Renato Perrini che con il sindaco di Sava, Dario Iaia, di fatto ispirano e animano l’azione politica del partito, che, in ogni caso, presenta anche vari altri importanti referenti istituzionali sia a Taranto sia in provincia.
A SINISTRA SOLITI DISTINGUO
A sinistra permane la storica sindrome scissionista che vede concretizzarsi in una molteplicità di liste i tanti distinguo, quelle che si chiamano comunemente “sensibilità”, con un PD, che resta sicuramente un grande partito di riferimento a sinistra, peraltro da tempo commissariato, che si presenta con una facciata monolitica ma che nasconde però molte anime. Attendiamo di conoscere le liste e i candidati e soprattutto il giudizio degli elettori.
E INTANTO SI SCALDANO I MOTORI PER IL RINNOVO DELL’AMMINISTRAZIONE DEL CAPOLUOGO
previste per la primavera del 2022 ma che pare potrebbero slittare all’autunno. Come prevedibile è partito il toto candidati, con voci che si rincorrono, diffuse con il chiaro intento di sondare il terreno, in un gioco di consumate strategie (si consiglia Questa lettura).
Provando a ragionare su ciò che ci è dato sapere il sindaco Rinaldo Melucci non dovrebbe avere alcuna preoccupazione per la sua riconferma. Innanzitutto per una acclarata difficoltà del centro destra di individuare un percorso comune. Poi un candidato all’altezza della situazione. La Lega a Taranto città ha una consistenza davvero limitata, mentre Forza Italia può contare ancora su vecchie leve, che però oltre alla coerenza e all’esperienza, non sembra abbiano sul piano dei consensi quella forza necessaria per essere determinanti. Fratelli d’Italia è in fase di crescita ma il tempo non depone a favore. Sembra esserci stato già qualche incontro interlocutorio ma non vi sono al momento indicazioni più puntuali.
VOCI E CONTROVOCI
Sull’altro fronte è ormai oggetto di quotidiana discussione la possibile candidatura di Giovanni Gugliotti, sindaco di Castellaneta e presidente della Provincia di Taranto. Sarebbe a capo di una coalizione centrista che vedrebbe Puglia Popolare, movimento fondato e guidato a livello regionale dal sen. Massimo Cassano e retto a livello provinciale dal capogruppo regionale Massimiliano Stellato e in città dall’avv. Francesco D’Errico, tra le forze interessate al progetto. Circostanza questa sempre smentita dagli interessati che, peraltro, nei giorni scorsi hanno sugellato ulteriormente il patto con il sindaco, da sempre sostenuto, occupando alcune caselle del sistema di governo della città. A Puglia Popolare sarebbero unite altre forze politiche che di recente si sono federate. Parliamo dei gruppi guidati da Piero Bitetti e Walter Musillo. Andrebbe poi compresa la ratio politica di una scelta di questa natura. Tutti i movimenti politici, che autorevoli colleghi vorrebbero uniti per una candidatura alternativa a Melucci, sono comunque in maggioranza. Sfiduciare, di fatto, un sindaco, che si sostiene, vuol dire sfiduciare sé stessi! A maggior ragione ciò vale per il PD che in ogni caso ha già chiaramente confermato la fiducia al sindaco uscente. Resta però un’incognita: che ne pensa Emiliano? Inutile nascondersi che tutto fa parte di un sistema che è governato al di fuori dei confini della città. E non c’è da scandalizzarsi; nonostante i tanti problemi Taranto è sempre una delle più grandi realtà del Sud, tra le maggiori produttrici di Pil, e sicuramente nei prossimi anni attrarrà importanti risorse. Dunque se è ancora presto per ipotizzare scenari (il centro destra ci ha abituati a soluzione last minute!), allo stato non sembra che ci si debba attendere particolari sorprese. Come al solito lo scopriremo solo vivendo.
Francesco Ruggieri
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