L’avvocato tarantino come il generale Vannacci?
Non appaia troppo azzardato il paragone. Basta e Vannacci sono due cose molto distinte, è vero.
Soprattutto nei contenuti. Il generale esprime opinioni molto marcate che, per qualcuno, a cominciare dal ministro Crosetto, violerebbero principi di natura costituzionale; Basta invece si riferisce ad un’emergenza riconosciuta dalla maggioranza dei tarantini e testimoniata dai fatti. Perchè accomunarli allora? Entrambi ricoprono, Basta ricopriva, ruoli pubblici.
Il tema quindi è comprendere se un soggetto che ricopra un qualunque ruolo pubblico sia limitato nel suo diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero.
Come sempre il dibattito vede schierarsi tifoserie opposte.
Ciò che vale per un generale vale anche per un magistrato, per un giornalista, per un manager pubblico. Non è facile decidere cosa sia giusto.
Si dovrebbe potere distinguere nettamente il cittadino dal suo ruolo.
Il “caso” Basta è però chiaro. L’ avvocato ha scritto al Prefetto in qualità di coordinatore della Protezione Civile di Taranto. Nessun dubbio quindi.
Doveroso per chi ha il compito di coadiuvare tutte le Forze dell’Ordine e le altre istituzioni preposte nella tutela dei cittadini a cominciare da quella sanitaria. Questo in fondo è scritto nella lettera inviata in prefettura.
Dov’è il problema? Basta ha agito autonomamente senza alcun preventivo confronto con il sindaco o con altro responsabile dell’amministrazione. Del resto se lo avesse fatto la sua azione sarebbe stata bloccata.
Comprensibile dunque il disappunto del primo cittadino che, a stretto giro di posta, ha inteso “riorganizzare” il servizio rimuovendo, ovvero cacciando, l’avvocato.
Detto questo resta il problema principale: l’emergenza, che ormai è strutturale, che riguarda i rifiuti.
Basta, nelle varie dichiarazioni rilasciate a vari colleghi, appare sereno e convinto di aver fatto la cosa giusta.
C’è chi lo vorrebbe presidente di Kyma Ambiente, chi addirittura sindaco. Ci risulta che diversi componenti del suo gruppo abbiano deciso di lasciare la Protezione Civile.
E nel frattempo anche il consigliere comunale Gianni Liviano propone il ricorso all’esercito. Ma in questo caso nessuno può destituirlo!

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