A Roma uniti per mantenere l’attuale assetto industriale.
Pd tarantino e parlamentari ionici del M5S su posizioni nettamente in contrasto con quanto deciso a livello centrale dal governo di cui le rispettive formazioni politiche fanno parte. In particolare netta la posizione contraria all’accordo che oggi i commissari (del Governo) Ilva e Mittal hanno sottoscritto a Milano (vedi qui).
In particolare i parlamentari ionici del M5S chiedono la chiusura dell’area a caldo.
Queste le note stampa giunte in redazione:
Il tempo dei commissari di Ilva in Amministrazione Straordinaria è scaduto.
Una brutta parentesi che rischia di finire anche peggio se verrà sottoscritto un accordo peggiorativo su tutti i fronti rispetto alle precedenti intese. (accordo sottoscritto ndr) Un modus operandi, lo ribadiamo a chiare lettere, che estromette il Sindaco di Taranto e l’intera città mentre si cambiano i tratti principali del piano industriale che avrà un impatto imponente sulla città nonché si danno slittare in maniera incomprensibile ancora gli interventi ambientali, nascosti dietro una nuova spinta green di dubbia efficacia. Siamo e restiamo basiti da tanta improvvisazione e tanta superficialità. Non si decide di Taranto senza Taranto. Non è ammissibile, soprattutto, rispetto al fatto che vi sarà un nuovo ingresso pubblico nella nuova società. Siamo convinti che il Sindaco di Taranto abbia ragione rispetto a questa sciatta modalità e chiediamo e ribadiamo ai parlamentari di attivare tutte le procedure affinché vengano rimossi i tre attuali commissari che hanno brillato per la loro straordinaria inconcludenza.
Il Segretario cittadino del PD Vincenzo Di Gregorio
Il Segretario provinciale del PD Giampiero Mancarelli
A. Mittal: Ermellino (M5S), Governo non ignori il territorio
“Mi trovo nella condizione di dover commentare gli estremi di un accordo che non conosco, ad oggi i dettagli li apprendo unicamente dalla stampa. Credo pertanto che la soluzione addotta, che rappresenterebbe una gestione mista, divisa fra Stato e privato, possa rivelarsi nel medio termine uno sperpero di denaro pubblico, in quanto l’unico a trarne vantaggio – senza tra l’altro meriti raggiunti fino ad oggi – è Mittal”. Lo dichiara la portavoce del M5S di Taranto, Alessandra Ermellino. “Chiamando a raccolta tutti, appartenenti alla società civile e rappresentanti delle istituzioni locali, abbiamo sollevato la necessità di introdurre lo strumento della Valutazione preventiva del Danno Sanitario perché pensiamo che il Piano ambientale, seppure suscettibile di revisioni migliorative, non sia in grado da solo di far fronte alla tutela dei diritti fondamentali. Abbiamo trovato unità d’intenti con il territorio affinchè si prendesse in considerazione l’accordo di programma sul modello Genova, per partire dalla chiusura delle fonti inquinanti dello stabilimento, ossia l’area a caldo, e arrivare al rafforzamento dell’area a freddo con mantenimento dei livelli reddituali. Abbiamo chiesto che i soldi del Fondo europeo venissero investiti nelle bonifiche e non per seguire la chimera dello stabilimento più green d’Europa, perché questo scenario è davvero improbabile data l’acclarata incompatibilità con la salute e l’ambiente già ampiamente dimostrata dalla fabbrica. Taranto non chiede nulla di più che essere trattata al pari di altri territori italiani dove il diritto al lavoro e alla salute sono entrambi rispettati”, conclude Ermellino.
A.Mittal: Parlamentari pugliesi del M5S, Italia ha perso occasione. Ora tutto il territorio si schieri su chiusura area a caldo e VIS
“L’Italia ha perso un’occasione d’oro, perché avevamo la possibilità di chiedere in giudizio i danni a Mittal e invece abbiamo rinunciato a un sicuro risarcimento. Mittal, scelto dall’ex Ministro Calenda, si è rivelato un pessimo gestore, che non si è limitato a non saper gestire uno stabilimento siderurgico, ma si è anche permesso di minacciare lo Stato italiano, tramite azioni di prepotenza e arroganza. Questi atti dovevano essere severamente sanzionati, Mittal invece ha continuato a lavorare a Taranto mentre le polveri e i veleni si riversavano sulla città e d’altra parte gli operai venivano trattati come una merce e non come delle persone. Entreremo nel merito dell’accordo quando saranno in nostro possesso le carte, ma già da subito occorre che tutto il territorio si unisca nel chiedere rispetto e che Taranto sia trattata al pari di Genova, come quando nel 1999, con un apposito accordo di programma, si è pianificata la chiusura dell’area a caldo. Non c’è più tempo per sperare in improbabili, e infatti mai realizzate, eco-compatibilità dell’azienda dei veleni: chiediamo a tutte le forze politiche e agli amministratori, a cominciare dai sindaci del territorio, di unirsi nel fronte comune in cui già il sindaco di Taranto e i parlamentari ionici si sono stretti. Accordo di programma per una pianificata chiusura dell’area a caldo e una preventiva Valutazione di impatto sanitario e inoltre fondi e pianificazione certa per la riconversione economica di Taranto. Non sono richieste campanilistiche ma sono semplicemente il giusto risarcimento per i decenni in cui i tarantini hanno dato tutto per il benessere nazionale. Occorre che per la prima volta nella storia del nostro territorio, le differenze, le divisioni e le critiche vengano messe da parte per un obiettivo condiviso: chiusura delle fonti inquinanti!” Lo dichiarano i parlamentari pugliesi del MoVimento 5 Stelle.