C’è una differenza sostanziale tra chi cerca soluzioni
concrete e chi coltiva illusioni.
E ne abbiamo avuto contezza con il sopralluogo, alla presenza del sindaco di Faggiano Antonio Cardea, del
governatore Michele Emiliano e del presidente della Figc Gabriele Gravina, che hanno accolto l’invito
del Presidente del Taranto F.C. 1927 Massimo Giove.
Siamo grati a tutti loro per l’impegno posto, perché lì c’è un impianto che con 4 milioni di euro potrebbe essere
omologato in tempi utili alle prescrizioni federali per la Lega Pro e consentire alla squadra rossoblù di giocare e
allenarsi per due anni a pochi chilometri dal capoluogo.
Ma non solo: consentirebbe ai tifosi di non dover macinare strada, rischiando anche di vedersi interdette le
partite per questioni di ordine pubblico.
Siamo di fronte a un’apertura di credito, a un esercizio di empatia che a Palazzo di Città non sanno nemmeno
cosa significhi. Siamo di fronte a quella concretezza, appunto, che manca dai tempi del mirabolante project
financing con il quale Rinaldo Melucci ha illuso chiunque.
Se solo avesse ascoltato la squadra, se solo avesse esercitato la prerogativa di ogni sindaco, ossia essere il
primo cittadino, ma tra pari, Melucci ci avrebbe risparmiato tante polemiche.
E avrebbe risparmiato tempo, diventato così prezioso a causa dei continui “stop & go” che ha imposto al
percorso progettuale e organizzativo dei Giochi del Mediterraneo.
Alla fine, Bari non è poi così ostile come qualcuno vuole far credere, se il presidente Emiliano è in grado di
calamitare l’attenzione del castellanetano di origini Gravina, per trovare l’uovo di Colombo dello stadio di Faggiano.
Prova che isolarsi è la migliore strada per avere sempre ragione, anche quando hai torto, non certo
per fare gli interessi della comunità.