Michael Schumacher e Niki Lauda. Indubbiamente due campioni della Formula 1. Indiscussi. Tedesco l’uno, austriaco l’altro. Ma cosa li accomuna? In comune hanno il fatto di aver corso entrambi per la rossa, l’affascinante scuderia italiana, la Ferrari.
Ma perché Schumacher deve la sua carriera in Ferrari a Lauda? Nel 1995, a Maranello, si chiuse l’era di Gherard Berger e di Jean Alesi. E il sogno di portare Ayrton Senna in Ferrari era ormai svanito per sempre l’anno prima, nel 1994, sulla curva del Tamburello a Imola.
Quindi in Ferrari ci si riponeva il problema. A chi affidare la monoposto? Le ipotesi erano tante, ma a sciogliere le riserve fu proprio Niki Lauda (all’epoca consulente della scuderia di Maranello), che indicò Michael come il futuro pilota della rossa. E fu proprio Niki a stabilire il primo contatto, chiamando telefonicamente Willy Weber, all’epoca manager del pilota tedesco. Così nel luglio 1995 Michael Schumacher firmò per la Ferrari. E nella stagione di Formula 1 del 1996 iniziò la grande storia d’amore.
Lauda, quindi, indubbiamente ci vide bene. Perché creò un binomio imbattibile. E il resto della storia la conosciamo benissimo, perché Schumacher fu indubbiamente la fortuna della Ferrari… e conosciamo benissimo anche tutte le vittorie e i record personali (ancora quasi tutti imbattuti) del campione tedesco.
A questo punto forse l’unico rammarico è quello di non aver mai assistito a quello che sarebbe stato il duello più bello in assoluto della storia delle monoposto. Il duello che avrebbe decretato il campione assoluto della Formula 1. Senna o Schumacher? Ma, a ripensarci bene, probabilmente oseremo dire entrambi. Perché Ayrton è Ayrton e Michael è Michael…
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