Sold out al teatro Turoldo per i due atti di Aldo Solito
Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, torna a calcare il palcoscenico la Compagnia TeatroPerPiacere dei fratelli Aldo e Angelo Solito.
Rientro in grande stile che ha fatto registrare il tutto esaurito durante l’ultimo fine settimana.
Al teatro Padre Turoldo è andata in scena la commedia in due atti di Aldo Solito U SÙFFIT (in italiano “il soffitto”).
Un’opera originale che tratta un tema di grande attualità, quello degli anziani, e più in particolare della solitudine, in un nuovo contesto sociale in cui si è sempre più soli, pur se circondati da una rumorosa folla di persone: figli, nipoti, fratelli, amici, tutti freneticamente concentrati su sé stessi, ignorando tutto ciò che rappresenti l’altro da sé.
Questo è in generale, ma in particolare si verifica nei confronti degli anziani.
La commedia è ambientata tutta in un salone di una RSA, dove anziani con varie storie personali si raccontano, facendo emergere con le loro vicende personali tutto il dramma della solitudine e dell’abbandono.
Un tema davvero complesso e sicuramente difficile da proporre con una commedia.
E, invece, Solito è riuscito a intrattenere il pubblico con uno straordinario ed efficace mix di testi, tempi comici serrati e coinvolgenti, a cui ha corrisposto un’eccellente interpretazione da parte di tutti gli attori.
Non c’è ricorso a equivoci, gag, effetti speciali; è tutto naturale così come la vita ci propone. Si ride e tanto perché alla fine la vita è così: la signora sorda, la narcolettica che parla nel sonno, il padre abbandonato dalla figlia, che non si rassegna a vivere lontano dalla sua casa, dai suoi affetti, e Natale (Aldo Solito) che ha scelto invece di andare a vivere nella RSA perché a casa, nonostante figli, nipoti e affini, in realtà si sente solo.
Natale è come una sorta di voce fuori campo, un narratore, che mette ordine tra le tante storie di cui ogni anziano è portatore sano. In realtà tutto è meno che fuori campo! Due ore abbondanti di presenza sul palcoscenico con ritmi incalzanti.
La storia è quella tipica vissuta da tanti anziani ricoverati nelle RSA perché i figli non possono(?) assisterli. L’alternativa sarebbe la badante; comunque un allontanamento, in un caso anche fisico, nell’altro comunque affettivo.
Nella RSA Natale ha scelto di andarci, si, ma obtorto collo; avrebbe voluto restare nella sua casa se ci fossero state le condizioni. Lo si comprende chiaramente quando parla del soffitto… ‘ U SÙFFIT. Ogni costruzione ha un soffitto, anche la RSA. Ma dal soffitto della propria casa giungono suoni, segnali di vita, la musica a tutto volume, le urla delle mamme che richiamano i figli, il cigolio di un letto; dal soffitto della RSA solo rumorosi silenzi, lo sfiorare di qualche pantofola, il silenzio che sopraggiunge quando una stanza si libera perché l’anziano che la occupava è passato a miglior vita.
Solito, con cui al termine abbiamo avuto un costruttivo scambio di idee, non giudica, non condanna, non esprime giudizi morali, né può proporre soluzioni; espone, in modo davvero brillante, ciò che è la realtà.
La grandezza di un’opera artistica sta proprio nel non mistificare, non proporre iperboli, non dare soluzioni preconfezionate. È lo spettatore che poi elabora autonomamente e liberamente il proprio pensiero.
Nell’intrattenerci con i due fratelli Aldo e Angelo Solito, abbiamo parlato anche del teatro amatoriale, e di quante difficoltà si incontrino per mettere in scena un’opera. Tra le tante anche quella tipica, che riguarda tutto l’agire umano nella nostra città, l’incapacità di fare fronte unico.
Come già segnalato di grande livello l’interpretazione da parte di tutti gli attori:
Rosanna D’ Alò (Maria), Filomena Zingarello (Concetta), Aldo Solito (Natale), Donatella Zingarello (Pasqua), Orazio Tobia Pica (Mario), Angelo Solito (Filippo), Anna Montervino (Giuseppina), Christian Rizzi (Fantasma), Grazia Leggieri (Sofia), Luciano Battista (Benvenuto)
Direzione di scena: Francesco D’ Alò
Costumi: Michela Portosi
Trucco: Rita Solito
Scenografia: Angelo Solito
Regia: Aldo Solito
Una commedia da andare assolutamente a vedere per assistere a due ore di spettacolo che ci fa riflettere ma sorridendo, anzi ridendo. Poi, uscendo, ognuno rifletta come può e come sa.
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