Nessun accordo con Mittal; si prospettano tempi difficili mentre la città vive una grave crisi politico amministrativa.
Tarantini rassegnati(?) in pochi all’assemblea pubblica indetta da un gruppo di associazioni. E Liviano organizza un dibattito con esperti.
Riondino attacca Calenda e parla di bonifiche con impiego dei cassintegrati
Quanto stabilito ieri sera dal Consiglio dei Ministri, epilogo di un lungo braccio di ferro con l’attuale gestore del siderurgico tarantino, avvia un periodo per Taranto e l’intera provincia denso di incertezze e difficoltà. Nessuna intesa con il colosso franco indiano e probabile avvio dell’amministrazione straordinaria, con un commissario e nuova cassa integrazione.
Esclusi dalla cassa integrazione solo i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici. (fonte Il Sole 24ore)
Un epilogo che preoccupa ma che pone fine ad un “accanimento terapeutico” che va avanti dal 2012 anno dell’intervento della magistratura tarantina. Accanimento perpetrato con decine di decreti “salva Ilva”.
Pur prendendo atto che l’amministrazione locale poco può incidere su una questione che è sicuramente di portata nazionale, un governo cittadino stabile, affidabile, coeso, e soprattutto credibile, potrebbe sicuramente essere d’aiuto, ma come è noto, viviamo una delle crisi politico amministrative più gravi degli ultimi tempi.
La questione lavoro, come abbiamo scritto di recente ( vedi QUI) ha ormai messo in secondo piano ogni altro dibattito. Ma, soprattutto appare chiara una sorta di rassegnazione da parte dei cittadini. L’assemblea pubblica indetta ieri (16 gennaio 2024), svoltasi in piazza Maria Immacolata, ha registrato la presenza di pochi irriducibili ( che per fortuna non demordono).
Ha preso parte all’incontro, per un breve periodo, Michele Riondino. L’attore e regista ha ribadito ciò che da tempo segnala, ovvero la proposta di avviare un serio e ampio piano di bonifiche utilizzando il personale in cassa integrazione.
Domani, 18 gennaio 2024, Gianni Liviano propone un nuovo dibattito sulla questione ex Ilva con la partecipazione di alcuni esperti e storici esponenti dell’ambientalismo locale. Forse, però, così come stanno le cose occorrerebbe qualche esperto di “rianimazione economica“; Taranto negli ultimi anni ha perso 30 mila abitanti, ha visto morire il porto, assistito all’agonia del siderurgico, registrata l’assenza di nuovi investimenti, e soprattutto soffre il degrado assoluto della classe dirigente testimoniata da quanto accade in questi giorni a palazzo di città.
Con quanto si prospetta, sia in termini di ulteriore acuirsi della crisi economica, sia in previsione della pioggia di milioni che dovrebbero giungere in città, un breve periodo di commissariamento ed un ritorno alle urne, a questo punto appare soluzione inevitabile. C’è tempo fino al 24 gennaio per questo. Poi ognuno assuma in pieno le proprie responsabilità.
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