Quando penso a Jung non posso che sorridere, ho sempre ammirato quest’uomo, oggigiorno potrei essere considerato un suo follower, qualche anno fa un suo fan. In effetti credo che la sua vita abbia delle caratteristiche interessanti, tanto che più di qualche regista ha ben pensato di rendere filmico il suo passaggio su questo pianeta, si pensi al’italiano “Prendimi l’anima” di Robeto Faenza e all’hollywoodiano “A Dangerous Method” di David Cronenberg.
I suoi sogni
“Il sogno è la piccola porta occulta che conduce alla parte più nascosta e intima dell’anima, aperta sulla notte cosmica originaria che era già anima molto tempo prima…..la coscienza divide. Con il sogno noi penetriamo nell’uomo più profondo, universale, vero ed eterno, ancora immerso in quelle tenebre della notte primitiva in cui egli era ancora tutto e tutto era in lui. Da tale profondità scaturisce il sogno per quanto infantile, grottesco e amorale esso sia” (Jung, Opere, vol. X/1 p.213).
Come in teatro
Jung ha sempre visto nei sogni la struttura di una storia o un’opera teatrale. Viveva profondi parallelismi tra i sogni e i miti, entrambi utilizzano stranamente gli stessi simboli per esprimere i temi in essi contenuti. Secondo Jung diversi tipi di sogni derivano da diversi livelli della psiche, termine con cui lo studioso intendeva l’intera personalità.
Il livello dell’Ego, che rappresenta l’Io, il proprio senso di identità;
L’Inconscio Personale, in cui ciò che un tempo è stato cosciente ora è dimenticato o represso, e contiene i Complessi, che sono particolarmente potenti quando annessi agli Archetipi nell’Inconscio Collettivo. Il complesso è una sorta di contesto psichico attivo i cui sentimenti, pensieri, percezioni e ricordi sono unificati dalla comune tonalità affettiva. I sogni “minori” derivano da questo livello se non ci sono troppi complessi che incalzano, e questi sogni sono una continuazione dei pensieri da svegli;
L’Inconscio Collettivo, che è il livello più profondo della psiche: consiste di centinaia di Archetipi, che sono predisposizioni innate a pensare o agire in un determinato modo. Gli Archetipi sono pattern di immagini contenenti cariche energetiche: devono essere espressi e integrati fra loro. Possono essere espressi nei sogni, nei miti, nelle pratiche mistiche, ma anche nel credere a forme di vita extraterrestri! L’inconscio collettivo è forse il prodotto di esperienze ripetute nella specie umana o dell’intera realtà in continuo movimento.
Compensazione
I sogni che riguardano i complessi e gli archetipi hanno una funzione compensatoria: comunicano alla persona quale parte della sua psiche sia fuori equilibrio; sono un’espressione della necessità di sviluppare completamente e integrare tutti gli aspetti dell’essere. Le diverse parti della personalità possono operare in opposizione tra loro, o alcune possono compensarne altre, o possono divenire parti di una sintesi, cosa molto più comune nella seconda parte della vita adulta. I sogni sono un adiuvante di tutto questo, ma le specifiche delle dinamiche della personalità non sono necessarie in questo procedimento.
Tra le centinaia di archetipi di solito ne vengono enfatizzati cinque:
- la Persona: l’archetipo che permette di assumere diversi ruoli nella vita (la “maschera”)
- L’Anima: l’aspetto femminile nell’uomo (passivo e accogliente)
- L’Animus: l’aspetto maschile nella donna (assertivo)
- L’Ombra: l’aspetto istintivo, gli “spiriti animali”
- Il Sé: la funzione integrativa che è in noi, che lavora per apportare completezza e armonia.
I sogni di tutti
I sogni derivanti dall’ Inconscio collettivo sono sogni maggiori che si caratterizzano per il particolare contenuto: vi sono parallelismi mitologici, espressi da un simbolismo ampiamente condiviso a livello storico e interculturale. Ad esempio simboli collettivi di immagini religiose. Inoltre sono forieri di emozioni più intense, e sono meno razionali co contenuti bizzarri e inspiegabili. Si riferiscono meno alla vita di tutti i giorni. Gli archetipi si rivelano in questo mare magnum comune a tutta l’umanità.
-L’Anima e l’Animus spesso appaiono come persone estranee del sesso opposto al sognatore, o come persone vestite in modo misterioso, o insoliti gruppi di maschi e femmine.
– L’Ombra, che di per sé non è né “cattiva” né “pericolosa”, lo diventa quando ne viene negata l’espressione: può apparire sotto forma di un animale, anche minaccioso.
– Il Sé può apparire come un mandala, un simbolo di completezza, un cerchio magico, spesso con un disegno intricato. Il mandala stesso, per Jung, è un archetipo che rappresenta l’estetica e l’ordine, il bisogno ancestrale del ritrovare la dimensione spirituale, il senso mistico dell’esistere.
Sogni funzionali
Oltre ai sogni minori e maggiori, Jung pensava che vi fossero altre tipologie di sogni, come quelli traumatici, di “prospettiva”, ovvero quelli che anticipano i necessari cambiamenti, molto difficili da distinguere dai sogni compensatori, quelli extrasensoriali, basati sulla telepatia e i rarissimi profetici, basati sulla precognizione. Nella maggior parte dei casi i sogni hanno una funzione complementare o compensatoria)della vita cosciente in quanto restituiscono equilibrio allo status psichico: hanno capacità sia diagnostiche che prognostiche. Ad esempio, persone con deficienze nella personalità, che hanno una concezione eccessiva di sé, fanno sogni come volare o cadere, che compensano queste deficienze e allo stesso tempo le mettono in guardia contro i pericoli del loro comportamento
L’interpretazione del sogno crea un punto di vista diverso, che aiuta l’individuo ad essere più consapevole di ciò che va integrato nella sua vita, e include l’inconscio, l’ Io, la vita interna e la vita esterna. Per Jung in definitiva, diversamente dal suo mentore Freud, il sogno ha un ruolo ed una valenza presente e autonomi rispetto all’Io. Una sorta di dimensione onirica indipendente ma interdipendente.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
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