II figli della città ne progettano il futuro
E’ stata una strana e piacevole esperienza, presenziare il seminario di chiusura dei progetti PON dell‘Istituto comprensivo Salvemini di Taranto; ogni genitore è orgoglioso del fare dei suoi figli specie se sono piccoli. La grande sorpresa si è concretizzata nel comprendere l’impegno gioioso e la responsabilità leggera che questi ragazzini di Taranto proiettano nel loro comune futuro; non proclami idealistici ma concrete soluzioni in relazione all’età degli architetti della futura città e del mondo che vorrebbero. E’ sicuramente un buon lavoro quello svolto con i progetti della scuola Salvemini di Taranto, un’organizzazione sinergica che traccia un solco permanente e non volatile.
V’invito così a visitare il sito web https://www.tarantosisvelasalvemini.it, dove potremo esplorare con trasparenza i sogni concreti di chi spero determinerà il destino della nostra spesso villipesa città. C’è un vero e proprio scoprire le proprie radici di provenienza senza le quali risulterebbe impossibile proiettarsi in nuovo divenire. Il progetto è stato strutturato in quattro fasi distinte e contingue, che pur prendendo le mosse dall’educazione alle competenze digitali, ha permesso la ricognizione e creazione di una sorta di tour virtuale di beni architettonici poco conosciuti della città di Taranto con l’utilizzo delle tecnologie di Virtual Heritage. Si è passati poi per la promozione di questi beni, valorizzandone l’aspetto culturale ma anche turistico, e discutendone in un Agorà virtuale.
Ciliegina sulla torta è stato il modulo dedicato al coding per lo sviluppo metacognitivo del pensiero computazionale, che diversamente da quanto già visto e sperimentato, grazie all’impegno profuso dalla dirigente Margherita Panico e dai docenti Elio Michelotti e Antonella Cardone, ha perseguito e ottenuto il triplice obiettivo di acquisire l’aspetto psicologico esperenziale, la coscienza storico civica del patrimonio artistico presente sul proprio territorio e lo sviluppo progettuale di un sogno possibile della trasformazione di una città ancora basata sulla presenza di un’industria siderurgica e in piena emergenza ambientale.
I piccoli delle classi quarte e quinte della scuola primaria o elementare, come si diceva un tempo, hanno immaginato e realizzato tramite dei software come Scratch dei videogiochi interattivi e animati che fugavano la presenza del fantasma dell’inquinamento che incombe sul loro futuro, non solo tramite una bacchetta magica, ma attraverso delle vere e proprie attività imprenditoriali, come uno spazio porto ecologico per alieni nei pressi del castello Aragonese, con il giusto smistamento del traffico delle imbarcazioni e una vera e propria impresa turistica d’immersioni nel mar Piccolo e mar grande a seguito dei delfini che da sempre, nonostante tutto, popolano i nostri mari. E’ stato però l’entusiasmo oltre che la precisa competenza tecnologica dell’esposizione dei risultati da parte degli studenti, che ha reso in pochi attimi possibile il futuro di un altra Taranto a misura di essere umano.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
Fotografie dai lavori degli studenti