Tra sapienza cinese e la conoscenza di se
Nel lavoro di supporto psicologico, proprio durante il percorso risolutivo dopo un pò di sedute, può capitare che tutto si fermi, non si migliora ne si peggiora, così si continua senza soluzione a scapito dei tempi del paziente e dello psicologo. Si finisce per parlare ed analizzare sempre le stesse cose, seduta dopo seduta. Cosa fare ? A volte può essere utile ricorrere ad antiche arti di saggezza, come quella dell’I Ching di origine cinese
L’oracolo di Jung
Una delle mie prime esperienze con l’I Ching risale a diversi anni fa, quando preparando la tesi per la sospirata laurea, lessi “Ricordi Sogni e Riflessioni” l’autobiografia del padre della Psicologia Analitica e primo delfino di Sigmund Freud, l’oramai amico di studio Carl Gustav Jung. Spesso Gustav interrompeva i cicli stagnanti con i pazienti ricorrendo a questo antico sistema, che nulla spartisce con magia e superstizione, e che ben scava nei meandri dell’inconscio singolo e collettivo. Negli anni la passione per questo e altri metodi che sono stati spesso salvagenti dalle paludose acque della ripetizione dei racconti, mi hanno portato a conoscere studiosi ben edotti di tali arti, come il Dr. Paolo Fezzi (counselor gestaltico e cultore di pedagogia “immaginale”, nonchè esperto di sistemi di qualità nell’ambito dell’Information technology), che ha fatto di questo metodo un’arte maieutica dell’ascolto della psiche.
Usando le parole del Dr. Fezzi e i suoi insegnamenti scopriamo che L ’I Ching, il Libro dei Mutamenti, è un libro sapienziale dell’antica Cina, una civiltà che non amava il cambiamento: fu scritto intorno al 1.000 a. C., in un periodo drammatico di rivoluzione politica e religiosa, di transizione dalla dinastia degli Shang a quella dei Zhou. Poiché si credeva che l’imperatore avesse un mandato celeste per governare, la detronizzazione dell’imperatore era vissuto come un sacrilegio. Quindi gli autori del primo testo dell’I Ching, i Zhou, consultando l’oracolo sulla loro ribellione all’imperatore, non solo si interrogavano sul successo di un’impresa molto rischiosa, ma si chiedevano se la loro impresa fosse giusta, fosse un bene per il popolo, fosse in armonia con la volontà del Cielo. L ’I Ching è pertanto un oracolo, ma anche un libro di saggezza e spiritualità, che mette insieme il Cielo e la Terra, i primi due simboli che incontriamo in questo libro: ci dà infatti risposte su questioni terrene molto concrete, ma anche sul senso etico e spirituale delle questioni che poniamo. In altre parole, ci aiuta a capire le conseguenze pratiche di quello che abbiamo intenzione di fare, ma anche se è giusto farlo, qual è il senso dell’azione in una prospettiva più ampia.
Parole che rotolano dal cuore
L ’I Ching è un libro di saggezza perché unisce logica e immaginazione, digitale e analogico, emisfero sinistro e destro: infatti, da un lato presenta una rigorosa struttura razionale, basata sull’aritmetica binaria, dall’altro parla per immagini, essendo il Cinese una lingua ideografica, dove le parole sono ideogrammi, cioè immagini. La sua consultazione quindi non è solo un’operazione intellettuale, ma anche un’esperienza “immaginale” , con una profonda risonanza emotiva. Per interpretare l’I Ching, dicono i Cinesi, dobbiamo “lasciar rotolare le parole nel cuore” , esplorando una pluralità di significati sconosciuta nelle lingue occidentali (gli ideogrammi possono infatti essere letti indifferentemente come verbo, sostantivo o aggettivo), ma senza perdere il solido ancoraggio, tipico di una civiltà contadina, alla concretezza dell’esperienza e al buon senso dei proverbi.
La giusta domanda
È soltanto rispondendo ad una specifica domanda, in rapporto ad una situazione esistenziale, che il testo oracolare può acquistare un senso. La consultazione diventa così un dialogo intimo con l’I Ching, “non come guida o insegnante, ma come un genitore al tuo fianco”. Da questo dialogo emerge maieuticamente il prorio I Ching, quello che il responso significa nel proprio qui e ora, ciò che l’I Ching vuol dire proprio a noi. L ‘I Ching smuove così le acque, nel bene o nel male dirige gli occhi del paziente verso il futuro, piantando i sui piedi nel presente, così che possa percepire come la realtà si mostri proprio a lui per quella che è.
Al di là della psicologia
Rimosso dall’ambito della relazione psicologo paziente, l’I Ching rimane un mezzo di autoesplorazione e di autoaiuto a cui ricorrere schiettamente, per interrompere schemi ripetitivi dell’agire e per trovare un motto di spirito nuovo alla vita a venire; spesso viene così utilizzato nella direzione di aziende Nipponiche come in quelle nel Nord Europa. Usi dell’antico oracolo in questo senso possono essere felicemente rintracciati negli scritti distopici di Philip Dick dalle cui opere è stato tratto l’intramontabile Blade Runner .
Per esplorare davvero
Presto gli appassionati o i soli curiosi di questa metodologia avranno il piacere di poter frequentare i seminari tenuti dal Dr. Paolo Fezzi presso la sede dell’Associazione Italiana per il Benessere Psico Fisico di Taranto, che ospiterà lo studioso Milanese.
Nel frattempo il Dr. Fezzi regalerà una serata informale di lettura dell’IChing, questo Sabato 24 Agosto alle 19 presso la C.R.E.I – Casa del Mandala Fiorito, in viale del Tramonto 77, nella splendida cornice marina di San Vito in Taranto.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
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